29 dicembre 2011

dall'Isola di Pasqua alla Polinesia Francese


Iorana everybody, e buon Natale (in ritardo) dalla Polinesia!
Ci eravamo lasciati sul cammino per Valparaiso. Valpo e' una citta' di mare caratterizzata dalle sue tipiche casette colorate, e rispetto al sud del Cile organizzato ed efficiente ha significato per noi un ritorno al passato, con i suoi mercatini che invadevano indistintamente tutte le vie cittadine, i venditori ambulanti e i tanti odori di cucinato che si alzavano dalle bancarelle ad ogni angolo della strada. Da Valparaiso abbiamo fatto una tappa lampo a Santiago, giusto il tempo di vedere la sua bella e storica Plaza de Armas e l'imponente palazzo presidenziale della Moneda, e ci siamo fiondati in aeroporto direzione Isola di Pasqua.
Rapa Nui e' stata una bella sorpresa, un'isola dal fascino unico e magico, dove abbiamo trascorso tre piacevolissimi giorni alla scoperta delle sue tante meraviglie. Se inizialmente pensavamo che fosse solo l'isola dei grandi testoni, abbiamo presto realizzato che oltre a quelli (e credeteci che sono davvero impressionanti) c'era fin troppo da vedere, dalla frastagliate scogliere a picco sul mare con le loro grotte accessibili attraverso stretti e lunghi cunicoli sotterranei, alla verde e rigogliosa vegetazione che copriva gran parte dell'isola, le sue spiagge nascoste di acqua verde e sabbia bianca, i suoi vulcani, le giganti tartarughe marine che nuotavano circondate dai bambini e le alte onde di alcuni lati della costa cavalcate da gruppi di surfisti locali. L'abbiamo girata in bicicletta per lo piu', e a volte facendo l'autostop, e quando si e' trattato di lasciarla il tempo trascorso non sembrava abbastanza. Ci siamo fatti comunque forza perche' la successiva destinazione era la Polinesia Francese! Siamo atterrati a Tahiti ma abbiamo lasciato subito la grande e caotica isola alla volta della piu' tranquilla Moorea. Iniziamo col dire che e' possibile viaggiare low budget anche in Polinesia. Certo non dormivamo in un resort cinque stelle e non ci sono venuti a prendere in aeroporto con una corona di fiori, ma alloggiavamo in un semplice e carino camping che affacciava su una spiaggetta e su un mare dalle sfumature celesti e verdastre piu' intense di quelle delle cartoline, avevamo una spaziosa cucina dove potevamo preparare delle pessime paste (tranne la sera di Natale, li' abbiamo tirato fuori il nostro meglio :), e ce ne stavamo a leggere e scrivere e chiacchierare con i simpatici vicini il tutto all'insegna del relax piu' assoluto. Alla sera quando le acque del mare erano sgombre di bagnanti era anche possibile avvistare le pinne degli squali (squaletti, ma fanno comunque una certa impressione!) che venivano a nuotare vicino alla riva. Insomma una grande settimana nel bel mezzo di un paradiso tropicale.
Fra qualche ora voliamo su Auckland per festeggiare, primi nel mondo, il capodanno..ci aggiorniamo per gli auguri !!

17 dicembre 2011

da Puerto Natales a Valparaiso, passando per il Parque Nacional Torres del Paine, Punta Arenas e Puerto Montt

Oh caspita!
Il tempo e' volato!
Nell'ultimo post eravamo appena arrivati a Puerto Natales!
A pensarci adesso, dal caldo di Valparaiso, sembra di aver attraversato un continente!
Ma andiamo per gradi, ci sono un sacco di cose da raccontare!
Raggiungiamo Puerto Natales con un pizzico di nostalgia per essere usciti definitivamente dall'Argentina, che ci ha offerto grandissimi paesaggi e cene spettacolari!
Puerto Natales sara' la base per una escursione indimenticabile nel Parque Nacional Torres del Paine.
Ma iniziamo col dire che anche a Puerto Natales i buoni ristoranti non mancano!
Il cordero al palo e la centolla (vedi google immagini) cosi come il salmone e le zuppe sono i piatti migliori di questo piccolo villaggio che, nonostante le dimensioni contenute, e' il capoluogo della provincia de Última Esperanza!
Moltissimi turisti hanno scelto la citta come base di partenza per le escursioni al parco nazionale Torres del Paine, uno dei piu belli del sudamerica, dicono le guide.
E anche noi siamo della stessa opinione!
Dopo aver recuperato le informazioni utili su come affrontare al meglio il circuito "W", facciamo la miglior spesa possibile per sopravvivere alcuni giorni nel parco.
Panini, prosciutto e salame, tanta cioccolata, una bottiglia di rum, riso in bianco, salsa di pomodoro in busta, tonno in scatola.
A questo punto dovete fare uno sforzo di immaginazione, perche per descrivere, ma soprattutto per rendere vagamente l'idea del parco nazionale e del percorso che abbiamo fatto durante quattro giorni, ci sarebbe bisogno di mettere insieme l'addio ai monti di Manzoni con un quadro di Monet e la musica dei Pink Floyd, o qualcosa del genere!
Il primo giorno siamo arrivati con un bus all'ingresso del Parco, dove ci attendeva un forte vento e un lago di acqua turchese incastonato tra le montagne innevate.
Con un catamarano abbiamo attraversato il lago e abbiamo raggiunto il primo camping. Da li ci siamo incamminati su un sentiero ben esposto al vento in direzione del glaciar Grey, uno splendido ghiacciaio lungo 6km e alto 30 metri!
Per sera eravamo di nuovo al punto di partenza, abbiamo montato la tenda e mangiato ravioli in scatola di fabbricazione argentina con salsa di pomodoro cilena, come primo, panino con tonno come secondo, cioccolata con nocciole come dessert, rum al posto del Montenegro.
Tutto sommato accettabile.
Il secondo giorno abbiamo costeggiato un altro lago e camminato fino ad ora pranzo per raggiungere il secondo camping, il Campamanto Italiano.
Per quanto questo secondo camping fosse solo un camping libero, privo di cucina e minimarket, si trova appena al di la di un ponticello di legno sospeso sulle acque di un ruscello in piena, e abbiamo potuto montare la tenda tra gli alberi, praticamente nel bosco e dormire con il rumore della cascata.
Come se non bastasse, di tanto in tanto dal ghiacciaio dall'altro lato del ponte si staccavano blocchi di neve e ghiaccio che, con il fragore di un tuono in lontananza, cadevano giu nella vallata!
Per cena riso in bianco con salsa di pomodoro, come primo, panino con tonno come secondo, cioccolata con nocciole come dessert, rum al posto del Montenegro.
Il terzo giorno abbiamo costeggiato il lago Nordenskjold e, nonostante fosse una bella giornata di sole, il vento era cosi forte che le onde del lago si alzavano dalla costa per volare letteralmente sul nostro sentiero sotto forma di pioggia!
Ben impermeabilizzati abbiamo raggiunto il terzo camping, il Campamento Chileno.
Abbiamo potuto approfittare dell'ospitalita' dei ragazzi del camping, che ci hanno messo a disposizione la loro cucina e la salsa al sugo di carne. I ragazzi tedeschi con cui abbiamo affrontato le ultime ore di salita avevano le farfalle, ed ecco che siamo riusciti ad attrezzare una buona cena!
La mattina seguente, salutati dai condor che volteggiavano sulla cime delle montagne, ci siamo incamminati verso le Torres del Paine, le tre splendide cime che danno il nome al parco nazionale!
Dopo una lunga e faticosa salita, arriviamo al cospetto delle tre cime, che sovrastano il lago sottostante!
Finalmente, dopo quasi quattro giorni di salite e discese, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo!
Sono stati giorni fantastici, e non e' un caso se santi e mistici ed eremiti abbiano scelto le montagne come luogo di meditazione!
La vista prolungata di ghiacciai e cime innevate, laghi dai colori irreali e vallate incontaminate, alberi dai fiori rosso fuoco e ruscelli con un acqua cosi limpida che non dovevi far altro che riempire la borraccia e bere, ore ed ore di camminate sotto il peso degli zaini...
Tutto cio' affatica le gambe e le spalle ma innalza lo spirito!
Persino il nostro! :-)
Dopo avere speso una ultima notte a Puerto Natales per fare una lunga doccia calda e mangiare risotto di centolla, ci spostiamo a Punta Arenas.
La principale caratteristica di Punta Arenas e' il vento che spazzola la citta' con forti raffiche, al punto che gli alberi crescono storti e tutti orientati nella stessa direzione!
Il freddo pero' non e' eccessivo, e alcuni buoni pub e caffe aiutano a sopportare il clima non cosi mite.
Da Punta Arenas prendiamo parte ad una prima escursione in barca, direzione la Isla Magdalena.
Attraversiamo lo stretto di Magellano e sbarchiamo sull'isola dove ci aspetta una gigantesca colonia di pinguni!
Per quanto l'odore di circa 60.000 pinguini - piu non si sa quanti gabbiani - non sia proprio il massimo, dovere cedere il passo ad una coppia di pinguini che ti attraversa la strada e' una esperienza divertente ed emozionante al tempo stesso.
Appagato il nostro desiderio da National Geographic torniamo a Punta Arenas e il giorno seguente attraversiamo nuovamente lo stretto di Magellano ed arriviamo a Porvenir, e finalmente mettiamo piede sulla Isla Grande de Tierra del Fuego!
Se ne avete abbastanza di persone, macchine e di qualsiasi altra appendice della civilta, Porvenir e' il posto giusto per ritirarvi.
Sempre ammesso che siate disposti ad avere una estate piu' fredda del nostro inverno, e un inverno che deve essere davvero terribile!
Porvenir e' stata fondata nei primi del Novecento da europei, principalmente croati, che si sono inizialmente dedicati alla ricerca dell'oro, e l'hanno trovato.
Terminato l'oro, Porvenir e' diventata una piccola citta' fantasma dedita alla pesca dei granchi e all'allevamento di pecore.
Le abitazioni sono ancora le stesse dei primi colonizzatori, costruite in lamiera e legno.
Torniamo sulla terra ferma, e torniamo nuovamente a Puerto Natales.
Abbandoniamo il piano iniziale di prendere un aereo da Puerto Natales a Santiago perche c'e' una opzione che sembra piu affascinante: la crociera tra i fiordi da Puerto Natales a Puerto Montt!
Cosi ci imbarchiamo nuovamente, per la terza volta in tre giorni, ma questa volta il viaggio sara piu' lungo, perche la crociera e' di quattro notti!
La nostra nave, un mercantile della compagnia Navimag, per quanto carichi mucche e cavalli nei piani inferiori, e' davvero una imbarcazione di lusso confrontata con quella che abbiamo preso in Peru sul Rio Amazonas!
Abbiamo una cabina da quattro che pero dividiamo solo con Jorrit, un simpaticissimo ragazzo olandese. Colazione, pranzo e cena sono inclusi nel prezzo e la qualita' e abbastanza alta.
Un giorno ci toccano addirittura gli spaghetti a la bolognesa!
In piu' c'e' un pub con prezzi accettabili, una scacchiera gigante sul ponte, e diverse attivita' e proiezioni per intrattenerci.
E un sacco di altri viaggiatori zaino in spalla.
Cosi' le nostre mattinate le impegnamo dormendo, mentre i pomeriggi e le serate siamo in compagnia di persone di tutte le nazionalita'!
In piu, come se il paesaggio magico che ci circonda non fosse di per se' sufficiente, con tanto di alba e tramonti da sogno e notti illuminate una luna gigante e da stelle cadenti, di tanto in tanto spuntano dall'acqua gli spruzzi di un branco di balene, o le pinne di un gruppo di delfini!
Il nostro capitano, per non far perdere lo spettacolo nemmeno ai piu pigri, cioe' coloro che dormono fino a tardi oppure oziano sui divani del pub, di tanto in tanto accende il microfono e con una voce profonda e impostata dice:
- Signore e Signori, mi scuso per il disturbo durante la vostra cena, ma sul lato destro della nave potete ammirare il passaggio di alcune balene azzurre.
Oppure:
- Buongiorno Signore e Signori, un branco di delfini sta attraversando lo stretto a prua. E la colazione e' pronta nella sala da pranzo.
Cosa puoi chiedere di piu?
Quindi, dopo questa overdose di natura e paesaggi, di pinguini e di balene, di delfini e leoni marini, arriviamo a Puerto Montt realmente riposati e rilassati.
Ormai siamo quasi marinai, cosi', in attesa del nostro bus per Valparaiso, prendiamo un'altra piccola imbarcazione e raggiungiamo con una escursione in giornata anche l'isola Chiloe.
Abbiamo giusto il tempo per visitare il villaggio di pescatori, fare un ottimo pranzo e tornare appena in tempo per perdere il bus per Valparaiso, e cambiare il biglietto con un bus per Santiago per poi proseguire per Valparaiso! :-)
So che non sara' difficile riabituarsi al caldo, ma certamente e' un po strano, dopo tanto freddo, arrivare in citta' e girare in t-shirt per i mercatini di natale!
In piu', con le stagioni invertite, molte bancarelle offrono splendide ciliege rosse e grandi, accanto ai cappellini di Babbo Natale!
Riusciremo ad affrontare il Natale in Polinesia? :-)

4 dicembre 2011

Argentina pics

Salta
cascate di Iguazu' 1
cascate di Iguazu' 2
cascate di Iguazu' 3
Buenos Aires - Casa Rosada
Buenos Aires - La Boca
Buenos Aires - Porto Madero
Maradona
tango
Mendoza
Bariloche
El Bolson
Patagonia
glaciar Perito Moreno 1
glaciar Perito Moreno 2
glaciar Perito Moreno 3
glaciar Grande

laguna Torre


2 dicembre 2011

Patagonia


Negli ultimi dieci giorni ci siamo immersi nelle bellezze della Patagonia, che e’ senza dubbio una delle regioni piu’ belle visitate dall’inizio di questo viaggio. Abbiamo cominciato con il nord e con la regione dei laghi, fermandoci dapprima a Bariloche, famosa localita’ sciistica non tanto diversa dalle nostre localita’ alpine, con graziose case di legno, tanti negozi di attrezzature per la neve all’ultimo grido, il tutto condito da un grazioso lago blu elettrico che segnava il confine est della citta’ e da un meno grazioso vento che impazzava per la cittadina rendendo difficile anche la piu’ banale delle passeggiate per il centro. Quindi siamo scesi a El Bolson, piccola comunita’ hippie dove abbiamo bivaccato qualche giorno nella tranquillita’ dei suoi abitanti e dei suoi mercatini di artigianato, pedalando in mountain bike durante il giorno alla scoperta dei laghetti e delle piccole cascate che circondano il villaggio, ed abbuffandoci alla sera con le succulente grigliate d’agnello preparate dal gestore dell’ostello (un ex chef di Buenos Aires!). Infine, dopo una breve parentesi nella sonnolenta Esquel, sismo scesi verso il sud della Patagonia, dove il paesaggio verde dei boschi e dei laghi ha lasciato spazio a quello dominato dalle imponenti catene montuose ancora oggi innevate (e qui fra tre settimane inizia l’estate!). Ci siamo fermati inizialmente a El Calafate, base per l’escursione al glaciar Perito Moreno. Ci sono poche parole per descrivere un simile spettacolo della natura: una interminabile lingua di ghiaccio in continuo movimento, che scivolando giu’ dalle montagne finisce col riversarsi nel lago, e tu sei li’che inmerso nel silenzio piu’ assoluto senti tutto d’un tratto dei boati assordanti e vedi tonnellate di ghiaccio staccarsi dalla cima del ghiacciaio e precipitare nell’acqua. E in determinati periodi dell’anno le “frane”e sono anche piu’ grandi..indescrivibile!
Poi siamo risaliti lungo la leggendaria e spettacolare ruta 40 fino a El Chalten, uno dei punti di riferimento a livello mondiale per l’hiking e l’alpinismo. Abbiamo fatto un trekking di otto ore circa che ci ha portati attraverso un percorso immerso nel verde fin sotto le maestose e bianche cime del Cerro Torre, e poi ancora piu’ su fin sopra l'immenso ghiacciao. Adesso abbiamo salutato l’Argentina e siamo approdati a Puerto Natales nella parte cilena della Patagonia, dove domenica partiremo per il trekking di cinque giorni nel parco nazionale Torres del Paine..almeno inizieremo a dare senso a tutti i kg di attrezzatura da camping che ci portiamo dietro dall’inizio del viaggio ;) 
Ci aggiorniamo al nostro ritorno!

21 novembre 2011

Chile, Paraguay, Brasil and Uruguay pics

San Pedro de Atacama (Chile)

Asuncion (Paraguay)

Rio 1

Rio 2

Rio 3

Santa Teresa

El Cristo Redentor

Ipanema

bossa nova

Rocinha 1

Rocinha 2

Rocinha 3

Montevideo (Uruguay)

Da Rio de Janeiro a Mendoza, passando per Buenos Aires e Montevideo

Il “tour delle capitali” volge al termine. Una dopo l’altra: Assuncion, Rio, Buenos Aires, Montevideo!

Ma Torniamo dove eravamo.
Eravamo sulla sìaggia di Copacabana…
E non si stava poi male!
Per fortuna avevamo gia’ comprato il volo per Buenos Aires prima di arrivare a Rio, riducendo il rischio di restare nella Ciudad Maravillosa troppo a lungo!

Non sembrava facile trovare una sistemazione a Buenos Aires, ma alla fine tutto si e’ sistemato, grazie all’ospitalita’ di Nazareno, un argentino conosciuto a Rio, e alla collaborazione di Ignacio, il titolare del nostro hostal!

A Buenos Aires certo che ti senti a casa!
La gente parla quasi la tua lingua (e dopo Rio e’ un piacere tornare a capire), le pizzerie  e i caffe non mancano, le vie hanno nomi italiani, i ristoranti propongono ravioli e ñoquis, a colazione trovi la medialuna, un cornetto un po sfigato, che e' pur sempre un cornetto, il tiramisu e' generalmente buono.
E non esiste la “pasta a la Alfredo”, la pasta italiana che spopola nel nord del Sudamerica. Dici “pasta a la Alfredo” e ti capiscono dalle Galapagos a Machu Picchu, e’ incredibile...

Buenos Aires ha la strada piu’ larga del mondo, l’incrocio piu’ lungo del mondo, e tutte queste che non si sa se sono vere, ma di sicuro attraversare questi vialoni e’ un’impresa!
A volte sei da un lato del marciapiede e guardi quello di fronte, che sembra ed e’ lontanissimo, e pensi: ce la posso fare!
Ed e’ meglio riuscirci, perche quando scatta il verde c’e’ una colonna di macchine e camion pronta a partire senza esitazioni!

Nonostante i suoi circa 13 milioni di abitanti periferie incluse, la citta’ si gira senza problemi in un paio di giorni.
Alloggiavamo nel quartiere residenziale e radical chic di Palermo, dove ogni sera, dalla domenica al sabato, i locali sono aperti e le persone riempiono i bar all’aperto.
Abbiamo visto la Boca, il quartiere del Boca Juniors, e la Bombonera.
Abbiamo visitato il quartiere piu’ “in” della citta’, Puerto Madero, che e’ effettivamente uno spettacolo, e’ il vecchio enorme porto cittadino trasformato in un quartiere di loft e abitazioni di lusso e ristorantoni che danno sui vecchi moli, a due passi dalla Casa Rosada e Plaza de Mayo.
Siamo addirittura entrati nel museo delle Belle Arti!

Anche a Buenos Aires ci si prepara al Natale, ed e' quanto meno strano vedere persone in infradito e canotta che appendono luci colorate e appendono palline rosse ai classici alberelli. In piu andiamo verso l'estate, e iniziano ad esserci le ciliege.

Da Buenos Aires abbiamo fatto un'altra gita fuori porta, e con una combinazione traghetto-autobus siamo arrivati a Montevideo!
Montevideo e' una citta che ti lascia senza parole...
E' una combinazione tra Assuncione e Lima, cioe un postaccio, ma con il lungomare! :-)
Quanto meno siamo tornati a fare una cena di pesce dopo un buon periodo di carni rosse.

Da Montevideo di nuovo a Buenos Aires, solo per prendere un bus che in quattordici ore o poco piu ci ha portato a Mendoza.
Mendoza, la capitale del vino argentino, ha da offrire cinque splendide piazze, ordinatamente disposte, e appunto un sacco di buon vino.
La citta vive di degustazioni di taglieri di formaggi e vini, e noi ci siamo placidamente adattati.
Per quanto siamo ancora lontani dalla Patagonia e dalla Regione dei Laghi, si inizia a respirare aria di montagna. Sara per la vicinanza con l'Aconcagua, la vetta piu alta del sudamerica.

Stasera partiamo da Mendoza e raggiungiamo Bariloche, e da li iniziamo l'eplorazione del profondo sud!

10 novembre 2011

da Asuncion a Rio de Janeiro, passando per Iguazu'


Dall'ultimo post ne abbiamo fatta di strada. Come secondo piani, abbiamo tagliato il Paraguay da ovest ad est, fermandoci due giorni nella capitale Asuncion. Finalmente abbiamo capito perche' il Paraguay non e' una delle mete sudamericane piu' ambite dal turismo europeo..e' un postaccio! O senza generalizzare, diciamo che Asuncion e' una citta' bruttina e parecchio strana, con un centro storico decadente (nel senso che cade a pezzi, interi edifici disabitati che sembrano sul punto di crollare da un momento all'altro), circondato da una gigante baraccopoli che si estende fino al Rio Paraguay. E con una valuta, il guarani', che per calcolare la conversione dei prezzi c'era da diventare matti! Comunque da Asuncion abbiamo proseguito fino a rientrare in Argentina e piu' precisamente fino ad arrivare a Puerto Iguazu', tranquilla cittadina base per le escursioni alle famose cascate. Gia' il percorso per giungere in prossimita' delle alle cascate e' stato a dir poco interessante, attraversando a piedi un parco naturale pieno di iguana e coati (dei grandi procioni), ma una volta arrivati alle cascate, beh, lo spettacolo non ha eguali. La violenza della natura qui si manifesta nella sua massima espressione, attraverso alti ed ampi getti d'acqua che si riversano dopo lunghi salti con tutta la loro potenza ed il loro fragore. Abbiamo ammirato le cascate dall'alto, dal basso, navigandoci praticamente sotto a bordo di una piccola barca (inutile dire che alla fine eravamo piu' zuppi che dopo una doccia), e camminando fino al belvedere della Garganta del Diablo dove la potenza e la violenza delle acque raggiunge il suo punto di massimo, ed ogni volta rimanevamo inebetiti nella nostra incredulita'.
Appagati da questo grande spettacolo della natura siamo tornati in ostello, e guardando la cartina del sudamerica abbiamo notato come Rio de Janeiro non fosse poi cosi' lontana. Perche' no? Abbiamo cosi' deciso di prendere un pullman che in "sole" 24 ore ci ha condotti qui a Rio, da dove stiamo scrivendo. 
La citta' e' semplicemente incredibile. Iniziamo con la lingua: le prime volte non puoi fare a meno di ridere, perche' suona davvero come un incrocio tra lo slang pugliese e quello calabrese! Inizialmente parlavamo in spagnolo, poi abbiamo capito che l'italiano dialettale risulta di piu' facile comprensione e adesso andiamo in giro parlando come Diego Abatantuono e non abbiamo piu' problemi a farci capire. Siamo stati sul Pao de Acucar e sulla collina dominata dal Cristo Redentor (i due punti panoramici della citta'), e non credo di aver mai visto null'altro di simile: colline, montagne, il mare e le spiagge, il lago, la jungla..a Rio c'e' davvero tutto! Le spiagge si estendono a perdida d'occhio segnando il perimetro della citta'..lunghe lune di sabbia bianca, piene di persone intente a giocare a calcio da una parte (e che calcio), e di surfisti che ne cavalcano le onde dall'altra. Abbiamo visitato il centro storico con i suoi edifici e le sue chiese imponenti, la collina di Santa Teresa dove gli artisti si ispirano nelle loro creazioni a ritmo di samba, ci siamo abbuffati di carne alla griglia nel locale che ha ispirato la canzone "the girl from Ipanema" manifesto della bossa nova brasiliana, insomma ci siamo lasciati cullare e smarrire in un questo turbinio di musica e colori che e' Rio. E siamo da poco tornati da Rocinha, la piu' grande favela di questa citta', dove qualche giorno fa e' stato ucciso un reporter (non so se e' giunta questa notizia in Italia) e dove ieri e' stato arrestato il boss della favela, il criminale piu' ricercato in Brasile negli ultimi sette anni. L'atmosfera era diversa da quella che si respirava nei giorni passati, ci ha spiegato la guida locale che era con noi, perche' nessuno ha ancora capito quello che accadra' nei prossimi giorni..buon per noi, perche' la gente oggi non era armata ed al massimo i fori dei proiettili li vedevi distinti su tutte le pareti della baraccopoli. In ogni caso un quartiere povero ma bellissimo, con case dipinte dei piu' accesi colori, ragazzini che ballano e suonano percussioni ad ogni angolo, e la gente che dispensa sorrisi a destra e manca. Un trionfo di emozioni.
Ora andiamo a berci un paio di caipirinhas sulla spiaggia per goderci il tramonto, e domani speriamo di farci la prima vera giornata di mare sulla spiaggia di Copacabana. We love Rio de Janeiroooooo!! :)

1 novembre 2011

Bolivia pics

Cuy

Isola di Amantani'

festa sull'isola

El Alto

La Paz 1

La Paz 2

Bolivia-Colombia (1-2)

feti di lama

lustrascarpe

Potosi

ingresso alla miniera

Sucre

Santa Cruz

Salar de Uyuni

Isla Incahuasi

geysers

vulcano Tunupa

fenicotteri

Laguna Colorada

arbor de piedra

deserto di Dali