7 luglio 2012

Mumbai, un assaggio


[Mentre stavo scrivendo questo post, il ragazzo indiano seduto accanto a me nell'internet point, che non puo' starsene buono nella sua postazione come faccio io, ma deve tenere una gamba nella sua postazione e una gamba nella mia, tocca inavvertitamente con il ginocchio il pulsante di on/off del mio pc, spegnendo il sistema. Non se ne accorge nemmeno. Lo guardo, serenamente, gli dico: lo vedi il tuo ginocchio? E' poggiato sul questo bottone. Lo vedi il mio monitor? E' tutto nero. Per favore, resta nella tua postazione e non toccare il mio pc. Riaccendo, rinizio da capo.]
  
Passare in 24 ore dalle spiagge della tailandia alle strade di Mumbai e' uno shock non da poco.
Se prorpio devo trovare un lato positivo, diciamo che se sul taxi che mi portava all'aeroporto di Bangkok mi veniva da piangere, almeno adesso sono felice al pensiero di un taxi che mi porti in aeroporto a Mumbai! :)
Gli amanti dell'India storceranno il naso, diranno che sono ingeneroso nei confronti di questo grande paese, che non ne capisco o apprezzo il fascino.
Sara'..
Mumbai, aeroporto, chiedi informazioni all'ufficio informazioni e non ti sanno dire praticamente nulla.
Prenoti un taxi a tariffa fissa per raggiungere Colaba, metti il naso fuori dall'aeroporto per raggiungere il parcheggio taxi, e gia' hai sette persone che ti circondano, da un inserviente dell'aeroporto ai tassisti fasulli, ai tassisti veri. Tutti che ti devono portare qua o la.
- State buoni! Ho il taxi a tariffa fissa gia' pagato! Non mi serve nulla!
Non gliene frega un cazzo, vengono comunque fino al mio taxi, devono parlare con l'autista per forza, devono aprire la portiera, vogliono sapere dove vado, in quale albergo alloggio, devono suggerire come mettere lo zaino nel bagagliaio.
Quando chiudo la portiera stanno ancora tutti la' attorno.
Uno viene al finestrino e vuole qualche soldo, forse crede di meritarli perche' ha fatto piu' confusione degli altri.
Lo guardo e nei miei occhi c'e' scritto: ti conosco da due minuti e gia' ti odio.
Lui mi guarda e nei suoi occhi c'e' scritto: che Shiva ti distrugga.
Quando, ancora nel fresco dell'aeroporto e soprattutto dopo un volo con temperatura interna dieci gradi, mi hanno chiesto: taxi con aria condizionata o senza? ho detto senza, ma non per i due euro di differenza.
Pensavo di attraversare Mumbai con il braccio al finerstrino, smettere di tremare, guardarmi attorno e arrivare a destinazione in tempi ragionevoli.
Dopo tre minuti ero gia' pentito. Ci troviamo imbottigliati nel traffico del venerdi, tra i soliti gas di scarico e inutili fastidiosissime strombazzate.
Perche suonate il clacson in continuazione, porca miseria? 
Siamo fermi o non siamo fermi, giri a destra o vai dritto, il clacson deve accompagnare ogni istante del tragitto, e perde qualsiasi utilita'.
Vedi una macchina alla tua destra? Suoni il clacson.
Vedi una macchina alla tua sinistra? Suoni il clacson.
Il semaforo e' diventato rosso? Suoni il clacson.
Il semaforo e' diventato verde? Suoni il clacson.
Ovviamente fa anche caldissimo, quindi sudo abbondantemente sui sedili di pelle nera.
Il passaggio aereofreddissimo-taxicaldissimo mi distrugge.
Dopo piu' di un'ora siamo ancora non ho idea dove.
Dopo quasi due ore arriviamo a destinazione.
Il tassista si ferma davanti ad un albergo e mi dice: questo e' il tuo albergo.
Veramente non ti ho mai detto il nome di nessun albergo, ma va bene qui, grazie.
Scusa, e' che parlo poco inglese.
E che c'entra?
Vabbe lasciamo stare.
Entro in un albergo che immagino sia un po' sopra il mio budget, ma provo. Sembra comunque meno costoso dei giganti che lo circondano.
90 euro a notte.
Eeeeeeeeeeh? E' troppo.
Potete indicarmi cortesemente un albergo piu' economico qui in zona?
Non ne conosciamo.
Nessuno? State qua fuori in quindici, tra portieri e camerieri e facchini, lavorate qui ma non sapete indicarmi un solo altro albergo dove posso provare a chiedere?
No.
Tu nemmeno?
No.
E tu?
No.
Vi odio. Vorrei fermarmi qui solo per chiedere una tazza di the in camera ogni mezz'ora, tra mezzanotte e le 4 del mattino.  
Faccio un altro giro, arrivo di fronte ad un palazzaccio mezzo in cemento mezzo in mattoni e con qualche parte in legno.
Dopo lunga contrattazione arriviamo ad cifra ragionevole. Per il quartiere, non per il livello delle camere.
Mi butto sul letto e bussano alla porta.
Che c'e'?
Signore, vuole una birra?
No, grazie, vado a fare una doccia.
Allora la porto dopo la doccia?
Cazzo cazzo cazzo. Ci risiamo.
Quale e' il problema, direte voi? Non apprezzo uno staff cosi gentile?
Il punto e' che in India non ti lasciano in pace fino a quando non riescono ad ottenere qualcosa.
Non credo sia una questione esclusivamente di soldi, e' proprio una questione di principio.
Alla fine la birra la prendo, senno' non riesco nemmeno a fare un riposino senza che qualcuno bussi alla mia porta.
Piu' tardi scendo giu', chiedo in reception dove posso comprare un dentifricio.
Il ragazzo mi indica la traversa, dice: gira a destra e trovi il medical shop.
Si volta e torna in albergo. 
Faccio due metri dall'ingresso dell'albergo, e si avvicina un ragazzo: hai bisogno del medical shop?
Ao', ma vi fate gli stracazzi vostri! Ma tu che vuoi mo'? Ma state sempre qua attorno ad ascoltare!
Gentile come sempre gli dico, no, grazie, non ho bisogno di nulla. E vado avanti.
No perche' se hai bisogno di medicine posso trovarti qualsiasi cosa, capito, qualsiasi?
Allora mi giro e gli faccio: uno spazzolino e il dentifricio, pensi di riuscirci?
Ok sorry, e se na.
Questa e' l'India, un continuo lottare, parlare, contrattare.
Anche questo e' parte di quel fascino che non sono in grado di apprezzare appieno!
Ma adesso e' tempo di andare a cena, tempo di curry, tempo di tornare in strada e fare un bagno di follia.
Ops, volevo dire un bagno di folla.

23 giugno 2012

Kathmandu-Bangkok


Per la prima volta nella mia vita sento il mio nome annunciato dagli altoparlanti in aeroporto:
passenger Daniele Vitale plese contact urgently desk n.2
Che avro' combinato? il mio volo parte tra mezz'ora, ho gia' fatto il check in,  gia' imbarcato il bagaglio
Vado al desk n.2
- Mr. Vitale, abbiamo una richiesta da farLe:
abbiamo una piccola emergenza e vorremmo sapere se e' disposto a cedere il Suo posto sul volo Jetstar Kathmandu-Delhi-Bangkok e partire con un volo diretto Thai Airways Kathmandu-Bangkok, con lo stesso orario di arrivo.
- mmm..
Penso a cose tipo LOST o final destination o alla teoria dei giochi.
Quale dei due voli e'destinato a precipitare? E cosa mi conviene fare? Cambiare o non cambiare? La busta o il vaso cinese?
- Le offriamo il pranzo presso il lounge restaurant per il disagio.
Questa e' prorpio una mossa alla Magalli.
- Posso sapere per quale motivo dovrei cambiare volo?
- Un passeggero deve partire immediatamente per Delhi.
- Voglio vedere il mio babaglio imbarcato sul volo Thai, ma va bene.
E cosi, dopo aver fatto colazione alle 7:00, mi trovo a mangiare dal bhat in aeroporto alle 11:00 e pranzare in aereo alle 14:00.
Atterrato a Bangkok incontro un koreano che avevo conosciuto durante il trekking in Nepal.
- Anche tu a Bangkok?
- Vivo a Bangkok da 9 anni, sto andando a casa, vuoi un passaggio?
Che bello, tutto fila liscio, arrivo in hotel in macchina, come sono gentili i koreani.
A Bangkok ci sono forse 25 gradi piu che in Nepal, dopo i quarti di finale e' il caso di andare al mare da qualche parte.

21 giugno 2012

Nepal

Cosa e' successo dopo Varanasi?
E' successo innanzi tutto che mentre eravamo su un treno notturno da Varanasi per Gorakhpur, il Pescara giocava e vinceva a Marassi contro la Sampdoria, tornando finalmente in serie A!
Lacrime di gioia (solo mie).
Arrivati all'alba a Gorakhpur abbiamo preso un pessimo ma economicissimo bus che ci ha lasciati a Sunauli, la frontiera tra India e Nepal.
Come sempre in India nulla e' normale, e la postazione della polizia di frontiera e' un baracchino di legno con due tizi senza uniforme seduti a chiacchierare, che sembrano piu venditori di limonata che ufficiali di dogana.
Ad ogni modo gentilmente ci timbrano il passaporto e ci informano che in Nepal c'e' uno sciopero generale e che non si va da nessuna parte.
Sara vero, non sara vero? E poi che vuol dire "sciopero" e "non si va da nessuna parte"?
Vuol dire che i nepalesi scioperano perche aspettano una nuova costituzione che rispetti i diritti delle minoranze e tante altre cose, e i maoisti al governo non fanno nulla da anni, quindi sciopero generale per due settimane!
Sciopero generale vuol dire che ogni autobus di linea e' fermo, e i taxi non possono circolare altrimenti i manifestanti li prendono a sassate!
Dopo varie consultazioni e nel caos piu totale, alle 18:00 sembra che un autobus stia partendo per Pokhara, cercando di vincere la resistenza "notturna" dei manifestanti.
Dani opta per il bus diretto a Pokhara, io invece cerco di raggiungere Lumbini, citta natale di Lord Buddha.
Qui iniziano due distinte odissee, ma in qualche modo, che sia viaggiando sul tetto del bus ed essere fermati dai manifestanti, o che sia restare a piedi nel mezzo del nulla e prendere un passaggio da due camionisti, arriviamo nelle rispettive destinazioni.
Dopo qualche giorno a Lumbini in attesa di notizie che non arrivano mai circa la fine dello sciopero, prendo anche io un bus notturno e raggiungo Dani a Pokhara.
Pokhara e' la seconda citta del Nepal, ma e' un posto piacevole dove spendere una settimana o un anno. Una cittadina sulle sponde del lago Phewa, circondata dalle montagne, ai piedi dell'Annapurna, piena di pub, bar e pizzerie e ovviamente agenzie di viaggio e trekking expedition.
Dopo un po di sano cazzeggio in una citta che sembra quasi europea a confronto con l'Incredible India, scegliamo due trekking attorno l'Annapurna. 
Dani, piu scalatore, parte per l'Annapurna base camp, da cui si gode una vista mozzafiato delle piu alte montagne della zona. 
Io, scalatore della domenica, seguo un percorso parallelo che mi portera di fronte l'Annapurna, vista meno spettacolare ma accoglienza nei villaggi incredibilmente calorosa.
Ci ri-incontriamo a Pokhara alla fine dei trekking, Dani parte per Kathmandu, io arrivero dopo tre giorni perche nel frattempo faccio una visita a Bandipur, piccolo gioiello di architettura Newari, un paesino rilassante e rilassato lungo la strada Pokhara-Kathmandu.
Kathmandu. 
Degna capitale di questo paese fantastico, e' un museo a cielo aperto, dove si mischiano religioni ed etnie, taxi e riscio, negozi... e negozi!
Un aspetto particolare della citta - che conta circa un milione di abitanti - e' che per via della scarsita di corrente elettrica, i vari quartieri ricevono l'elettricita a rotazione, un paio d'ore ciascuno!
Quindi da un momento all'altro i ventilatori si fermano, le luci si spengono.
E senza farsene un problema, in hotel ti dicono semplicemente "oggi l'elettricita manca dalle 16:00 alle 21:00", oppure "mi dispiace oggi niente partita".
Molti locali o ristoranti si adoperano con generatori (a benzina, da comprare sul mercato nero perche c'e' anche lo sciopero dei benzinai) e luci di emergenza, cosi da non dover interrompere il servizio.
La citta sembra vivere queste interruzioni di elettricita senza troppi problemi, e forse non c'e' da stupirsi, considerando che molte persone arrivano a Kathmandu da villaggi dove non c'e' ne' acqua ne' luce, e alle 7 di sera si va a letto e la doccia si fa nel lavatoio al centro del villaggio.
A Kathmandu, oltre la splendida Durban square, i templi, le stupa, i dintorni della citta (Bhaktapur e Changu Narayan), vediamo l'esordio della Nazionale contro la Spagna, e il giorno dopo Dani parte per Mumbai.
In un pomeriggio in cui non ho molto da fare, mi piazzo nel cortile di casa della Kumari, la dea bambina, deciso ad aspettare fino alla sua apparizione.
Mi dicono che solitamente alle 4 di pomeriggio la Kumari fa una piccola apparizione, quindi alle 3 e mezza sono seduto sotto il suo balcone, come Max Pezzali in Sei un mito.
Alle 4 arrivano alcuni altri turisti e qualche indiano, ma dal balcone ci avvisano che la bimba sta dormendo, e non si sa quando si sveglia!
Certo, e' una dea, ma e' pur sempre una bambina di otto anni!
I turisti vanno via, ma il cortile e' fresco ed io non ho impegni, quindi aspetto, mentre la gente fa dentro e fuori e scatta le foto al balcone.
Alle 17:15 una signora si affaccia, ricorda ai pochi presenti che e' severamente vietato scattare foto alla Kumari, e poi finalmente dalla finestra di legno intagliato compare  una bambina vestita di rosso acceso, con gli occhi dipinti di nero, uno sguardo serio e un po' altezzoso. 
Resta immobile e silenziosa, senza fare una smorfia ne muovere un muscolo ne rivolgere lo sguardo ai presenti.
Io resto immobile come lei, perche e' una esperienza emozionante vedere la dea bambina!
Dopo forse 15 secondi, si volta rapidamente e scompare nuovamente.
Sono soddisfatto di tanta attesa! Non dimentichero questo breve incontro!
La sera c'e' Italia-Croazia, sono convinto che la Kumari ci fara vincere la partita, e non lontano da casa c'e' un maxischermo in piazza (meglio dire "in strada").
Per 20 rupie (20 eurocent) prendo la mia sediolina di plastica e mi siedo in compagnia di qualche centinaio di nepalesi.
Timida reazione per il gol dell'Italia, boato per il gol della Croazia. 
Sto ancora cercando di capire cosa spinge i nepalesi a tifare Danimarca, Croazia, Ucraina...
Per sfuggire alle infinite tentazioni di Kathmandu, gigantesca citta-mercato, scelgo un altro trekking nei pressi del Langtang National Park, al confine tra Nepal e Tibet (e non chiamatelo "Cina" come fanno i cinesi).
Il trekking e' stato fantastico, e anche se spesso le nuvole coprivano le cime piu alte, non ci sono parole per descrivere l'atmosfera dei villaggi tamang.
Per colpa del calendario Carlsberg Euro 2012 con le date sbagliate, distribuito gratuitamente in tutti i bar del Nepal, commetto un errore e torno in citta il 19, convinto di vedere Italia-Irlanda.
Quando accendo la TV trovo gli highlights di Spagna-Croazia e penso: "vaff.. a sto caz.. di calendario Carlsberg!"
Ma per fortuna in pochi minuti scopro che la Spagna ha vinto e a seguire vedo i gol di Tonino e Supermario, e sono contento lo stesso!
A questo punto inizia la fase finale, che e' meglio seguire con la dovuta concentrazione e abbondanza di elettricita e locali.
E quindi domani volo di nuovo in Thailandia, piccolo fuori programma, fino ai primi di luglio, ad europeo concluso! :)

20 maggio 2012

India pics

Delhi 1
Delhi 2
Delhi 3
Jaisalmer 1
Jaisalmer 2
camel safari
Jodhpur 1
Jodhpur 2
Udaipur 1
Udaipur 2
Udaipur 3
Udaipur 4
Pushkar 1
Pushkar 2
Jaipur 1
Jaipur 2
Jaipur 3
Fatehpur Sikri
Taj Mahal 1
Taj Mahal 2
una mucca sacra
Khajuraho 1
Khajuraho 2
Varanasi 1
Varanasi 2
Varanasi 3

da Agra a Varanasi, passando per Khajuraho


Il prosieguo del viaggio in India non si e' rivelato molto differente rispetto all'inizio, in termini di poverta', sporcizia, confusione, ma anche di fascino, cultura, tradizioni.
La prima tappa e' stata Agra, da dove siamo andati a visitare Fatehpur Sikri, un'antica citta' moghul conservata in perfette condizioni. Tre ore a girare nel sudario dei nostri vestiti sotto i 45 gradi di temperatura di un cocente sole, tra le costruzioni rossastre di questa citta' fantasma, ancora circondata da alte mura ed edificata accanto ad una grande moschea dove il venerdi' i musulmani si riversano ancor oggi in preghiera. Poi al tramonto siamo andati a vedere il Taj Mahal, e qui, che dire, lo spettacolo e' davvero imponente. Questo immenso mausoleo di marmo fu il regalo di un imperatore moghul alla sua terza moglie, per avergli regalato una lunga prole (dopo che le prime due non gli avevano dato figli, la terza ne aveva messi alla luce ben quattordici!): ventidue anni di lavori, ventimila operai impiegati, a celebrazione di quello che puo' essere considerato un vero e proprio tempio dell'amore.
Da Agra siamo scesi verso sud fino a Khajuraho, piccola cittadina che vive del lavoro dei campi che proliferano tutto intorno, e del turismo attirato dagli antichi templi giainisti e induisti costruiti intorno al 1000 DC. Piu' conosciuti come i templi del kamasutra, per via delle centinaia di sculture erotiche che ne decorano le pareti, simulando scene di sesso in ogni posizione.
E da qui, dopo qualche ora su un bus locale (e non aggiungo altro), e il solito treno notturno (senza scarafaggi questa volta), siamo arrivati a Varanasi.
Senza dubbio la citta' piu' spirituale, emozionale, toccante, che abbiamo incontrato in India, importante meta di pellegrinaggio induista per via delle acque sacre del Gange che delineano il confine orientale della citta'.
Varanasi. La citta' sacra. La citta' dei morti.
Dove tutto ruota attorno al Gange.
Qui all'alba migliaia di pellegrini arrivati da tutta l'India vengono a bagnarsi nelle acque (putride ma) sacre di questo fiume. Ci si lavano, la bevono, si purificano per diverse ore prima di stendersi ad asciugarsi sui ghats, le rampe di scale di pietra che danno l'accesso al fiume.
Al tramonto invece si celebra la cerimonia sacra dell'aarti, in cui migliaia di persone si ammassano intorno al punto di preghiera, sugli scalini, arrampicati sui templi, o arrivando con piccole barchette, e cantano e battono le mani in segno di venerazione agli dei, mentre i santoni urlano le preghiere e bruciano incensi di ogni tipo. E tu ti senti trasportare con le loro voci e le loro musiche.
E sempre lungo il bordo del Gange, ventiquattro ore su ventiquattro, hanno luogo le cremazioni dei morti. Con lunghi e complessi rituali i corpi dei defunti vengono disposti sulle pire funerarie e cremati, prima che ne vengano rilasciate le ceneri nelle acque sacre del fiume. Ad eccezione di bambini, o delle donne morte incinta (perche' le anime non sono ancora pure), e dei santoni (le cui anime sono gia' pure): in questi casi i corpi vengono gettati in acqua ed affidati alle correnti del Gange.
La sofferenza dei volti, il trasporto delle persone, il loro approccio alla morte, fanno di questi rituali un qualcosa di unico. Magari di difficile comprensione per le nostre menti occidentali, ma che ti lasciano una sensazione di grande rispetto e quasi di ammirazione.
Insomma questa e' Varanasi, dove ovunque vi sono i babas in meditazione, si' quei santoni che vivono senza nulla, possedendo solo la tunica che indossano, campando delle offerte della gente e spesso non mangiando e non bevendo per giorni. Coloro che si sono liberati della materialita' del mondo ed hanno raggiunto il nirvana.
Varanasi. Una citta' che ti rimane dentro.