16 gennaio 2012

Da Auckland a Queenstown, passando per l'Isola del Nord e l'Isola del Sud!

Siamo in Nuova Zelanda da piu' di due settimane, quindi interrompiamo la latitanza sul blog e diamo qualche aggiornamento!
Anche perche' nel frattempo abbiamo attraversato il Paese da Nord a Sud!
Iniziamo col dire che il meteo in NZ e' imprevedibile: e' possibile incontarre pioggia forte con vento debole, pioggia debole con vento forte, soleggiato con pioggia, nuvoloso con pioggia, insomma, pioggia, pioggia, pioggia!
Auckland. Arriviamo nella notte tra il 30 e il 31 dicembre e trascorriamo le prime sei ore in una specie di Starbucks aperto 24 ore, in attesa di poter fare il check-in in albergo, l'unico vero albergo del primo semestre.
Lasciati gli zaini, iniziamo ad esplorare la citta'.
Auckland e' incredibilmente multietnica, per le strade incontriamo arabi, indiani, turchi, cinesi, giapponesi, koreani, egiziani, ma la presenza dei kiwi e' abbastanza impalpabile.
Di Maori, poi, quelli veri, nemmeno l'ombra.
In compenso, grazie a questo proliferare di etnie, ad ogni angolo ci sono ristoranti di sushi e sashimi, falafel e kebab che si alternano ai McDonald's e Burger King e, purtroppo o per fortuna, ai numerosi fish & chips.
Scegliamo il ristorante (turco) per il cenone e un pub (inglese) per il dopocena.
Adesso considerate che in citta' vige il divieto di consumare alcolici per strada, e che i minori di 25 (!) anni  non possono bere alcolici. Da qui la scelta di celebrare la mezzanotte in pub di fronte alla Sky Tower, da dove partiranno i fuochi d'artificio.
Si avvicina la mezzanotte. Le strade del centro sono affollatissime, come in Italia dopo una vittoria della Nazionale contro la Francia.
E' mezzanotte!
Inconsciamente ci aspettiamo una esplosione di bombe e razzi come nel nostro Gran Bel Paese, e bottiglie stappate per aria e brindisi.
Ma nessuno stappa nulla, perche' e' vietato!
E nessuno esplode un petardo, forse perche' vietato anche questo o perche' non esiste la cultura dei "botti" di capodanno.
Quando dalla Sky Tower partono i fuochi d'artificio, noi due, con il nostro cuba libre in mano, ci guardiamo un po' perplessi.
Perche' in un qualsiasi paesino italiano per la festa del patrono sparano piu' che ad Auckland!
Tutto si svolge con grande ordine e tranquillita'... anche troppa!
Diciamo che e' lo svantaggio dell'elevato senso civico neozelandese.
Se poi aggiungete che a mezzanotte e dieci ri-inizia a piovere, il centro si svuota rapidamente e tutto torna come prima, le persone defluiscono verso i numerosi locali della citta' e per strada resta solo la banda dei ballerini di samba, che continuano a suonare e ballare sotto la pioggia, seguiti dai piu' agguerriti (ed ubriachi) festeggiatori.
Il primo gennaio, come tradizione vuole, dormiamo fino a tardi.
Nei giorni successivi visitiamo Auckland, il bel museo e la sua ricca collezione Maori, i ben curati parchi cittadini, il quartiere residenziale di Devonport.
Da Auckland ci spostiamo su Taupo, sulle rive dell'omonimo lago.
A Taupo, che ricorda vagamente il set di The Truman Show, trascorriamo mezza giornata in barca a vela sul lago, e miracolosamente non piove.
Da Taupo a Turangi, alle porte del Tongariro National Park. Il parco e' il piu' antico della Nuova Zelanda, e' ricco di significati per i Maori ed e' stato inserito dall'UNESCO tra i World Heritage Site.
Il nostro obiettivo e' l'Alpine Crossing, un trekking di 19km tra le cime dei vulcani (attivi) Tongariro e Ngauruhoe.
Ci impermeabilizziamo per bene, perche' arriviamo sotto una fitta pioggerellina.
Poi per fortuna la pioggerellina si dissolve, lasciando il posto alla nebbia, che copre la cima del vulcano!
Poi la nebbia va via, e torna la pioggia!
Nonostante tutto portiamo a termine il percorso e riusciamo addirittura a scattare qualche buona foto.
Da Turangi a Raurimu, per una (presunta) tre giorni in canoa lungo il Whanganui river.
Le foto che abbiamo visto sulle brochure ci fanno ben sperare: acque verdi e cristalline, vegetazione rigogliosa, escursionisti sorridenti in canoa con il cappello per proteggersi dal sole, persone stese a prendere il sole sui sassi rotondi e bianchi del fiume.
A Raurimu invece piove di brutto, da giorni.
Il livello del fiume sale di mezzo metro ogni mezz'ora.
Ad ogni modo ci svegliamo alle 6:30, infiliamo il contenuto degli zaini in barili a chiusura ermetica da caricare in canoa e raggiungiamo il fiume.
Il fiume e' color fango, la corrente e' impetuosa e trascina con se' tronchi d'albero che sbattono contro le rocce e proseguono il loro percorso.
Ecco, noi avremmo fatto la fine dei tronchi d'albero!
Per darvi un'idea, la discesa di tre giorni a colpi di pagaia sarebbe diventato un impegnativo e rischioso rafting di circa tre ore!
Nessun problema, andiamo a Wellington.
Wellington potrebbe essere un buon posto per trasferirsi: le persone non sembrano stressate, c'e' il mare, un altro bel museo di cultura Maori e non solo, un sacco di ristoranti, un bel quartiere residenziale, buone birre e l'Extreme Cinema, con maxischermo, maxisound e maxipoltroncine.
Da Wellington prendiamo un traghetto e poi un bus, e dall'Isola del Nord approdiamo nell'Isola del Sud, a Nelson!
Da Nelson raggiungiamo l'Abel Tasman National Park.
Optiamo per una due giorni nel parco, salita in kayak, discesa di trekking.
Il tempo ci assiste, solo qualche goccia di pioggia nella mattina del primo giorno e un temporale nella notte, ma la tenda regge bene l'impatto!
Il primo giorno di kayak e' abbastanza facile, ad esclusione del cosi' detto Mad Mile, ovvero poco piu' di un km in mare aperto, controvento e controcorrente!
Ma non sara' certo un Miglio Matto a fermarci!
Remiamo, appunto, come matti, e raggiungiamo la splendida Anchorage Bay, piantiamo la tenda e proseguiamo a piedi il giorno successivo.
Il trekking attraversa baie e spiagge, attraversiamo a piedi nudi un ruscello e proseguiamo per Bark Bay, una lingua du sabbia soleggiata, praticamente tutta per noi.
Torniamo a Nelson e prendiamo un bus per Franz Josef.
Visitiamo il ghiacciaio, sotto la pioggia battente.
Da Franz Josef una lunga traversata e arriviamo a Queenstown, dove ci troviamo adesso.
E' il primo giorno di sole, da piu' di due settimane!
Queenstown e' una specie di Cortina della Nuova Zelanda, con la differenza che le piste da sci arrivano praticamente fino alle rive del lago Wakatipu.
Domani andiamo a Te Anau e da li' partiremo per il Kepler track, 60km in tre giorni!
Lo scenario dovrebbe essere da Signore degli Anelli, pioggia permettendo!
Incrociamo le dite, e vi teniamo aggiornati!

1 commento:

  1. wooow! bene bene...questa è la parte del viaggio che più volevo sentire!!!
    sono abbastanza certo che nonostante il capodanno sia partito in maniera fiacca il pub inglese vi abbia risollevato il morale! seguiranno domande più dettagliate :)!!
    attendo con impazienza le foto di queste prime due settimane, non risparmiatevi!!

    RispondiElimina