17 aprile 2012

da Phnom Penh a Siem Reap, passando per Sihanoukville

Dopo aver lasciato il Mekong, con i suoi mercati galleggianti e i suoi ratti cucinati in salsa di cocco o ripieni di peperoncino, le ultime due settimane le abbiamo dedicate alla poverissima Cambogia.
L’altro lato del comunismo, quello di Pol Pot e dei Khmer Rossi, e dei tre milioni di civili massacrati durante quei quattro anni di follia
Dove le strade sono piene di persone mutilate, ancora oggi, dalle mine antiuomo sparse per tutto il paese.
E di bambini che chiedono l’elemosina dicendo che vogliono mangiare, o andare a scuola. E quando una sera abbiamo dato due dollari a una bambina di non piu’ di sette anni, che parlava inglese meglio dei Danieli e conosceva i numeri da uno a dieci in praticamente tutte le lingue europee, beh, ci e’ andata davvero subito dopo a comprare un piatto di riso fritto per lei e uno per la sorellina, e se li sono divorati in un secondo...
Abbiamo iniziato dalla capitale, Phnom Penh, con le sue pagode e i suoi grandi mercati, tornando a girare sui tuc tuc che avevamo scoperto qualche anno prima in Thailandia.
Poi ci siamo spostati al mare, nelle festose atmosfere serali di Sihanoukville, dove per pochi dollari ti servivano grigliate di pesce sulla spiaggia unite a gelate Angkor alla spina. E gia’ si iniziava a ragionare.
Ma quando ci siamo trasferiti ad oziare sulla piccola isoletta di Bamboo Island (o Koh Russei, che dir si voglia), dove per cinque giorni abbiamo alternato un dolce far niente a un dolce far niente, possiamo ammettere che eravamo abbastanza vicini all’idea di paradiso.
Sveglia in tarda mattinata e colazione in spiaggia, ad osservare le barche che scaricavano i turisti per poi riportarseli dopo un paio d’ore sulla terra ferma. Barracuda al cartoccio per pranzo, e nel pomeriggio ripetuti bagnetti in un mare quasi polinesiano alternati a lunghe letture sdraiati sull’amaca davanti al bungalow, prima della rilassante passeggiata attraverso l’ombra della jungla per raggiungere l’altra estremita’ dell’isola. Cena rigorosamente a base di amok piccantissimo ed affogato di cipolle, un paio di cuba libre e tutti a nanna.
Niente male davvero.
Quando abbiamo lasciato Bamboo Island e Sihanoukville per spostarci al nord e piu’ precisamente a Siem Reap, il mellifluo formicolio di chi ha raggiunto la pace dei sensi e’stato interrotto da un lungo snervante e massacrante viaggio in bus di quattordici ore. Tutto di giorno e sotto il sole cocente, chiaramente senza aria condizionata. Lungo uno strada per brevi tratti asfaltata, in mezzo a polverose distese di terra rossa, e palme da cocco, e baracche di legno. Il tutto proprio il giorno del capodanno buddista cambogiano.
La citta’, Siem Reap, e’ turistica e sviluppata. C’e’ pub street con i suoi bar che mettono musica fino a tarda notte, tanti ristoranti sofisticati per tutti i gusti e un’agenzia di viaggi dopo l’altra.
E tantissimi carretti fermi nelle strade che espongono decine di bottiglie di Gordon’s. Cazzo ci danno davvero dentro col gin questi cambogiani. Ah no, sono benzinai, le bottiglie sono piene di senza piombo!
Da tre giorni stiamo girando come cammelli disidratati sotto un sole africano per gli splendidi templi di Angkor Wat. Bellissimi, davvero. Molto piu’ anche di quelli maya che avevamo visitato in Messico. Ma quanta sofferenza!
E domani prendiamo il nostro solito comodo bus diurno in direzione Bangkok, confidando che in Thailandia ci sia un concetto piu’ diffuso dell’asfalto ;)

3 commenti:

  1. ciao, potevo per caso commentare solo il post del mezio, mai sia...pari dignità ai danieli...
    Inoltre il tuo intervento porta con se uno spunto di riflessione che finora era mancato, anche se sfiorato molte volte, sulle condizioni di vita dei popoli che avete visitato e ti dirò mi fa proprio incazzare. L'ingiustizia sociale presente nel mondo, la figura della bambina che con 2 dollari compra il cibo anche per la sorella, ti fa pensare che la gioventù occidentale è una massa di maiali buoni per l'ingrasso e per le saponette, cmq poi divento forse un pò troppo estremista. Voglio sapere cosa avete deciso per l'India e quanto prima vorrei le foto dell'angor wat, che è una delle cose che vorrei vedere assolutamente, ha sempre dominato la mia fantasia da viaggiatore. Per il resto mi chiedevo quand'è che vi sareste fermati a godervi un pò di relax tra viaggi in autobus e scarpinate, ehheheh. bè detto ciò speriamo che i giallozozzi ci facciano un favore di fermare quei gobbi del c...o. un abbraccio vostro afeçionados

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  2. Il digitale scrive col sentimento il five con la razione, devo dire che preferisco il primo perchè mi ci rivedo io stesso, ma il five con meno parole colpisce più nel segno, con un linguaggio più forbito e appropriato... insomma il five... che qualsiasi cosa tocca diventa oro (tranne l'alcool)... avrebbe potuto fare l'ingengere e progettava l'auto ad acqua, avrebbe potuto fare lo scrittore e vendeva + di Eco... invece ha fatto Economia ed è finito in cambogia a mangiare carne di cane.
    Enzo la roma è la squadra della serie A che vanta 2 primati: il più alto tasso di bruttezza e il più alto tasso di tristezza. Sarà difficile battere i gobbi con questi presupposti!
    Bella regà un abbraccione!

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  3. Un giorno un uomo saggio dopo una serata molto difficile mi disse:"è un continuo rincorrere la stanchezza"..In questo racconto ho trovato la serenità in un'isola sperduta della Cambogia, ma anche tutta l'essenza di quella frase...Forza amico mio... Ci riaggiorniamo in Tahilandia.

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