Dopo aver
lasciato il Mekong, con i suoi mercati galleggianti e i suoi ratti cucinati in
salsa di cocco o ripieni di peperoncino, le ultime due settimane le abbiamo
dedicate alla poverissima Cambogia.
L’altro lato del
comunismo, quello di Pol Pot e dei Khmer Rossi, e dei tre milioni di civili massacrati
durante quei quattro anni di follia
Dove le strade
sono piene di persone mutilate, ancora oggi, dalle mine antiuomo sparse per
tutto il paese.
E di bambini che
chiedono l’elemosina dicendo che vogliono mangiare, o andare a scuola. E quando
una sera abbiamo dato due dollari a una bambina di non piu’ di sette anni, che
parlava inglese meglio dei Danieli e conosceva i numeri da uno a dieci in
praticamente tutte le lingue europee, beh, ci e’ andata davvero subito dopo a
comprare un piatto di riso fritto per lei e uno per la sorellina, e se li sono
divorati in un secondo...
Abbiamo iniziato
dalla capitale, Phnom Penh, con le sue pagode e i suoi grandi mercati, tornando
a girare sui tuc tuc che avevamo scoperto qualche anno prima in Thailandia.
Poi ci siamo
spostati al mare, nelle festose atmosfere serali di Sihanoukville, dove per
pochi dollari ti servivano grigliate di pesce sulla spiaggia unite a gelate
Angkor alla spina. E gia’ si iniziava a ragionare.
Ma quando ci
siamo trasferiti ad oziare sulla piccola isoletta di Bamboo Island (o Koh
Russei, che dir si voglia), dove per cinque giorni abbiamo alternato un dolce
far niente a un dolce far niente, possiamo ammettere che eravamo abbastanza vicini
all’idea di paradiso.
Sveglia in tarda
mattinata e colazione in spiaggia, ad osservare le barche che scaricavano i turisti
per poi riportarseli dopo un paio d’ore sulla terra ferma. Barracuda al
cartoccio per pranzo, e nel pomeriggio ripetuti bagnetti in un mare quasi
polinesiano alternati a lunghe letture sdraiati sull’amaca davanti al bungalow,
prima della rilassante passeggiata attraverso l’ombra della jungla per
raggiungere l’altra estremita’ dell’isola. Cena rigorosamente a base di amok
piccantissimo ed affogato di cipolle, un paio di cuba libre e tutti a nanna.
Niente male
davvero.
Quando abbiamo
lasciato Bamboo Island e Sihanoukville per spostarci al nord e piu’
precisamente a Siem Reap, il mellifluo formicolio di chi ha raggiunto la pace
dei sensi e’stato interrotto da un lungo snervante e massacrante viaggio in bus
di quattordici ore. Tutto di giorno e sotto il sole cocente, chiaramente senza
aria condizionata. Lungo uno strada per brevi tratti asfaltata, in mezzo a
polverose distese di terra rossa, e palme da cocco, e baracche di legno. Il
tutto proprio il giorno del capodanno buddista cambogiano.
La citta’, Siem
Reap, e’ turistica e sviluppata. C’e’ pub street con i suoi bar che mettono musica
fino a tarda notte, tanti ristoranti sofisticati per tutti i gusti e un’agenzia
di viaggi dopo l’altra.
E tantissimi
carretti fermi nelle strade che espongono decine di bottiglie di Gordon’s.
Cazzo ci danno davvero dentro col gin questi cambogiani. Ah no, sono benzinai,
le bottiglie sono piene di senza piombo!
Da tre giorni
stiamo girando come cammelli disidratati sotto un sole africano per gli
splendidi templi di Angkor Wat. Bellissimi, davvero. Molto piu’ anche di quelli
maya che avevamo visitato in Messico. Ma quanta sofferenza!
E domani
prendiamo il nostro solito comodo bus diurno in direzione Bangkok, confidando
che in Thailandia ci sia un concetto piu’ diffuso dell’asfalto ;)
ciao, potevo per caso commentare solo il post del mezio, mai sia...pari dignità ai danieli...
RispondiEliminaInoltre il tuo intervento porta con se uno spunto di riflessione che finora era mancato, anche se sfiorato molte volte, sulle condizioni di vita dei popoli che avete visitato e ti dirò mi fa proprio incazzare. L'ingiustizia sociale presente nel mondo, la figura della bambina che con 2 dollari compra il cibo anche per la sorella, ti fa pensare che la gioventù occidentale è una massa di maiali buoni per l'ingrasso e per le saponette, cmq poi divento forse un pò troppo estremista. Voglio sapere cosa avete deciso per l'India e quanto prima vorrei le foto dell'angor wat, che è una delle cose che vorrei vedere assolutamente, ha sempre dominato la mia fantasia da viaggiatore. Per il resto mi chiedevo quand'è che vi sareste fermati a godervi un pò di relax tra viaggi in autobus e scarpinate, ehheheh. bè detto ciò speriamo che i giallozozzi ci facciano un favore di fermare quei gobbi del c...o. un abbraccio vostro afeçionados
Il digitale scrive col sentimento il five con la razione, devo dire che preferisco il primo perchè mi ci rivedo io stesso, ma il five con meno parole colpisce più nel segno, con un linguaggio più forbito e appropriato... insomma il five... che qualsiasi cosa tocca diventa oro (tranne l'alcool)... avrebbe potuto fare l'ingengere e progettava l'auto ad acqua, avrebbe potuto fare lo scrittore e vendeva + di Eco... invece ha fatto Economia ed è finito in cambogia a mangiare carne di cane.
RispondiEliminaEnzo la roma è la squadra della serie A che vanta 2 primati: il più alto tasso di bruttezza e il più alto tasso di tristezza. Sarà difficile battere i gobbi con questi presupposti!
Bella regà un abbraccione!
Un giorno un uomo saggio dopo una serata molto difficile mi disse:"è un continuo rincorrere la stanchezza"..In questo racconto ho trovato la serenità in un'isola sperduta della Cambogia, ma anche tutta l'essenza di quella frase...Forza amico mio... Ci riaggiorniamo in Tahilandia.
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