4 ottobre 2011

da Lima a Puno, passando per: Paracas, Ica, Arequipa, Cuzco!

Dopo Lima, affollata capitale con circa 9 milioni di abitanti, con i suoi quartieri residenziali arroccati su scogliere a picco sull'oceano e periferie che si arrampicano sulle pendici delle montagne circostanti, ci siamo diretti a Paracas, piccolo villaggio di pescatori, poco piu di una lingua di sabbia circondata dal deserto.
Paracas e' stata la base per una escursione alle splendide Islas Ballestas, piccolo gruppo di isole conosciute come le Galapagos del Peru.
Alle Islas Ballestas abbiamo finalmente potuto osservare da vicino, anzi, da molto vicino, delfini, foche, leoni marini, pinguini e tanti, tantissimi uccelli!
Per darvi un'idea di quanti pennuti ci siano sulle isole, immaginate che alla fine dell'Ottocento Cile, Peru e Bolivia si sono scontrate in quella che e' conosciuta come "La guerra del guano", per garantirsi l'accesso a questa importante risorsa!
Da Paracas, viaggiando sulla compagnia superlusso Cruz del Sur, che fornisce copertina, cuscino, cena e colazione meglio che su un aereo, siamo arrivati ad Ica.
La citta di Ica e' abbastanza anonima, ma a pochi km di distanza si trova l'oasi di Huacachina, una vera oasi nel deserto in stile Sahara!
Abbiamo quindi preso parte ad una escursione nel deserto a bordo di una dune buggy, saltando letteralmente da una duna all'altra, diffidando un poco delle abilita' del nostro autista, ma divertendoci davvero un sacco!
Ma l'escursione nel deserto prevede anche un'altra attivita' non meno emozionante: il sandboard!
"Sciare" sulla sabbia e' stato fantastico, arrivare in cima a dune alte come colline e scendere giu e' una esperienza da non perdere!
Una controindicazione: la sabbia si infila e si attacca dappertutto, tra i capelli, nelle orecchie, diciamo proprio ovunque.
Ed e' difficile da lavare via, soprattutto se dopo il sandboard non ti fai una doccia, ma parti direttamente per Arequipa con l'autobus delle 20:30!
Dopo le consuete 12 ore di viaggio, arriviamo ad Arequipa, la seconda citta' del Peru', orgogliosa antagonista culturale di Lima, situata a quota 2.300 metri e circondata da tre vulcani con le cime innevate che offrono un paesaggio davvero spettacolare.
Arequipa e' conosciuta anche come "la ciudad blanca" perche' gran parte dei suoi edifici sono costruiti in sillar, una pietra bianca di origine vulcanica, e, se siete ineressati, sappiate che il sillar e' molto economico, un camion con 200 blocchi di pietra, consegna a domicilio, costa solo 600 soles (nemmeno 200 euro)!
Nonostante la convenienza, trascuriamo questo ingombrante souvenir e visitiamo la citta', le sue numerosissime chiese e piazze, l'imponente cattedrale, la discoteca e il ristorante di cucina tipica peruviana Ary Quipay!
Da Arequipa partiamo per una escursione di due giorni alla valle del Colca e al cañon del Colca.
La strada tortuosa che porta alla valle supera un valico andino a quota 4.800 metri e attraversa praterie popolate da vigogne (una specie di lama selvatico) e vette innevate, per poi "scendere" verso i 2.500 metri!
Paesaggi semplicemente fantastici!
Nella valle del Colca abbiamo visitato terrazzamenti di epoca inca, usati ancora oggi per le coltivazioni, e tombe di civilta' pre-inca scavate nelle montagne.
Il giorno seguente, alle 5:30 del mattino, siamo partiti per il cañon del Colca con un unico obiettivo: l'avvistamento dei condor!
Le premesse della guida, "il condor e' un animale selvatico", "siamo al cambio di stagione", "siamo fortunati se li incontriamo" ecc ecc ci faceva temere il peggio. Ma quando siamo arrivati alla Cruz del Condor, il nostro mirador a 3.300 metri con vista sul cañon, siamo rimasti senza parole!
Decine di condor volteggiavano nel cielo, e sfruttando le correnti scendevano giu' nel cañon e tornavano in cima, volando a pochi metri di distanza di fronte a noi o sopra le nostre teste!
L'incedibile posizione della Cruz, un osservatorio naturale su un lato del cañon, il vento, il precipizio di 1km sotto di noi, le vette innevate dall'altro lato del cañon, il fatto di trovarsi a volte piu in altro degli stessi condor, ti fa sentire tanto "libero" quanto i condor che stai osservando!
Soddisfatti del nostro tour (in pochi giorni abbiamo visto dai pinguini ai condor!), lasciamo Arequipa e con altre 12 ore di viaggio arriviamo a Cuzco!
"La citta' piu' turistica del mondo", la definisce la guida.
Ed in effetti i turisti non mancano. Ma Cuzco, oltre ad avere piu' agenzie turistiche che abitanti, ha una splendida Plaza de Armas, e' circondata dalle montagne (su una delle quali si trova una replica del Cristo di Rio), e le chiese non sono in numero cosi' inferiore rispetto alle agenzie turistiche!
Da Cuzco visitiamo prima le misteriose rovine di Sacsayuaman, poi la valle sacra e le citta' inca di Pisac e Ollantaytambo.
E poi?
E poi M-A-C-H-U P-I-C-C-H-U!
Sveglia alle 4:30, per arrivare al sito prima dell'alba, una camminata di un'ora, pendenza 110% o poco piu.
Si aprono i cancelli. Siamo i visitatori numero 7 e 8.
Alla faccia del sovraffollamento di Machu Picchu e dei 2.500 ingressi al giorno.
C'e' nebbia, moltissima nebbia, e riusciamo a vedere solo il sentiero su cui camminiamo. Arriviamo in cima ad una collina, guardiamo la mappa del sito archeologico cercando di capire dove ci troviamo e dove dobbiamo andare per avere la classica veduta da cartolina del sito archeologico.
Siamo li' perplessi, a "girare" la mappa per orientarla nel verso giusto, e sembra che siamo nel posto giusto, ma non vediamo a piu' di 5 metri.
Improvvisamente, come un sipario, la  nebbia si alza, e di fronte a noi compare Machu Picchu, nella classica veduta da cartolina del sito archeologico!
Il sito piu' famoso del Peru o del mondo, quello di cui sai gia tutto prima ancora di arrivarci, quello di cui conosci ogni angolazione, ogni prospettiva, quello che hai gia visto centinaia o migliaia di volte, quello di cui hai letto e ascoltato ogni cosa.
Si', proprio quello, e' come se lo vedessi per la prima volta.
Ed e' uno spettacolo che ti lascia senza parole e senza fiato, complice forse la carenza di ossigeno in quota!
Il tempo di riprenderci da questa visione, e partiamo per la scalata del Huayna Picchu.
Avete presente la montagna che si vede alle spalle del sito archeologico, nella veduta classica da cartolina, appunto?
Ci siamo arrivati in cima! Scalini, scalini, scalini, scalini, che sembravano non finire mai! Scavati nella roccia, fino ad arrivare sul tetto del Huayna Picchu! Di nuovo la nebbia, e dopo mezz'ora di attesa, di nuovo il sipario, e di nuovo una veduta mozzafiato del sito archeologico!
Uno spettacolo che non immaginavamo, una emozione incredibile, ed e' difficile smettere di guardare, di fotografare, di girarci attorno!
Solo il treno in partenza ci spinge ad andare via, ma con una sensazione di soddisfazione e di "completezza" davvero appagante!
Lasciamo anche Cuzco e ieri siamo arrivati nella fredda Puno, sulle sponde peruviane del Titicaca.
Da qui partiremo per una escursione nelle isole del lago e proseguiremo verso la Bolivia!

3 commenti:

  1. L'emozione che avete provato traspare da ogni parola del post!
    Ora fate i bravi, e restituite quei pezzettini di sito Inca che vi siete impolpati, altrimenti ai visitatori 9 e 10 non rimane niente da vedere...

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  2. leggervi è anche un po'viaggiare , si sente che non siete "turisti per caso", ma turisti per meditata scelta. E...due camion di quelle pietre...quanto vengono consegnate a francavilla?

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  3. Grandissimiiii!!!Anche io mi prenoto per un pò di pietra Sillar...Un paio di camion nel salernitano sono ben accetti ;)
    Grazie per averci fatto vivere con voi l'immensità del M-A-C-H-U P-I-C-C-H-U!
    Ci "risentiamo" dalla Bolivia...la terra amata dal Che...

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